La breve vita di Sophie Scholl
progetto lettura (lettura)
Sat, 20 Apr 96 17:28 GMT+0100
AUTORE: Vinke Herman
TITOLO: La breve vita di Sophie Scholl
EDITORE: Thema
ALUNNO/A: Melloni Sara
CLASSE: 3
SEZIONE: R
SCUOLA: Media Fabio Besta
COMUNE: Bologna
DATA: 12/03/96
RECENSIONE
In queste 140 pagine e' ricostruita in breve la vita di Sophie Scholl,
una ragazza che sfortunatamente visse la sua adolescenza durante il
periodo in cui il nazismo aveva preso pienamente le redini della
Germania.
In Germania, durante il regime nazista, le persone che vivevano nella
paura non erano solo gli ebrei, ma anche i giovani (tedeschi) ariani.
Fin da piccoli i bambini tedeschi dovevano far parte di alcune
associazioni che, fin dalla fanciullezza, inculcavano nelle loro menti
le "leggi" della supremazia, del razzismo.
Tutti i ragazzi che non facevano parte di una di queste comunita', a
meno che non avessero validi motivi come l'Universita', venivano
mandati al campo di concentramento, ai lavori forzati per un
determinato periodo di tempo.
Quando Sophie aveva l'eta' in cui era in grado di capire che razza di
mentalita' avrebbe dovuto seguire, si rese conto anche che esistevano
gruppetti di ragazzi che, naturalmente di nascosto, costituivano
piccole associazioni di resistenza al regime del terzo Reich e
diffondevano le loro idee tramite il volantinaggio.
Spesso questi volantini erano la condanna a morte dei ragazzi che li
distribuivano, e cosi' fu anche per Sophie Scholl, suo fratello ed
alcuni suoi amici.
Sophie Scholl contribui' infatti alla creazione della ROSA BIANCA,
una delle associazioni della resistenza del periodo nazista.
L'ultima sua azione da innocente di fronte alla legge del terrore fu
quando con suo fratello ando' a distribuire volantini, di nascosto,
nell'universita', dopo di che', denunciati da un bidello, si ritrovarono
a subire il processo nel quale furono condannati a morte.
Questo libro, come tutte le pubblicazione sull'argomento, ti fa vivere
l'angoscia e la continua paura con le quali convivevano ragazzi della
mia eta' solo poco piu' di cinquant'anni fa.
Ora la mia considerazione e' questa: quando andiamo allo stadio e
portiamo all'esaltazione la nostra squadra compiendo atti vandalici
verso l'altra squadra, quando non anche accoltellando mortalmente il
nostro avversario, in cosa siamo diversi da
Hitler, che portava il suo popolo all'esaltazione di se stesso e della
propria razza sterminando le altre?