Per non dimenticare

progetto lettura (lettura)
Sat, 20 Apr 96 17:28 GMT+0100


AUTORE: Principi Valentina
TITOLO: Per non dimenticare
EDITORE: Mursia
ALUNNO/A: Borelli Beatrice
CLASSE: 3
SEZIONE: R
SCUOLA: Media Fabio Besta
COMUNE: Bologna
DATA: 12/03/96
RECENSIONE
"Per non dimenticare" e' uno dei "bottini" che raccoglie le preziose
testimonianze delle atrocita' che il nazismo compi' in un arco di
tempo di cui ancora non si intravede la fine.
Il libro e' suddiviso in varie sezioni; nelle prime quattro, attraverso
struggenti monologhi in contrapposizione con il semplice e chiaro
stile descrittivo, racconta di "Triangoli gialli" , che prima dell'opera
di disintegrazione della propria personalita' a loro inflitta, erano
uomini ebrei, di "triangoli neri", che prima rappresentavano zingari e
altre categorie considerate "asociali" e di "triangoli rossi" che prima
erano uomini che lottavano concretamente contro la politica nazista
che stava dilagando.
Esseri umani quindi, imprigionati nei quattro Lager (o campi di
concentramento) piu' famosi del mondo per la loro spietatezza,
ovvero: Auschwitz, Dachau, Flossenburg e Mauthausen con a capo la
S.S. (la polizia segreta tedesca) e i kapo che venivano utilizzati per la
gestione dei Lager (ex detenuti tedeschi incarcerati per piccoli reati).
Nonostante tutto erano ancora esseri umani con la speranza in cuore
della liberazione da parte delle Truppe Alleate, liberazione che
avrebbe segnato la fine di quell'orribile supplizio e speranza che dava
loro la forza di sopravvivere.
Ma avrebbero scelto la vita piuttosto che la morte se avessero solo
intuito l'incomprensione che li attendeva a casa dopo la liberazione?
Dopo le torture fisiche, ma soprattutto morali, dopo essere stati
trasformati in triangoli colorati, marcati a fuoco con un numero di
serie, espropriati dei propri oggetti, allontanati dai propri cari, rasati
in ogni parte del corpo, annientati della propria sessualita' (le donne
interrompevano il proprio ciclo mestruale in seguito alle medicine
che inghiottivano con le speciali brodaglie che i kapo distribuivano
loro spacciandole per cibo), umiliati, indeboliti dalla fame e dal
freddo, distrutti dal lavoro, assonnati e continuamente minacciati di
finire in fumo, il fumo del forno crematorio, insieme agli altri
compagni di disavventura, dopo tutto cio' spesso, una volta a casa,
hanno incontrato l'incomprensione e l'indifferenza.
"E oggi?": risuona come un grido il titolo dell'ultima sezione del libro
che raccoglie una serie di documenti e articoli recenti, tratti dai piu'
importanti quotidiani italiani.
Oggi, possiamo concludere, le violenze e il razzismo persistono
comunque.
La nostra ipocrita societa', quindi, si commuove dinanzi alle stragi di
Hitler, ma non sembra che questo ricordo sia riuscito a smuovere le
coscienze e a far si' che le cose cambino.
Mi chiedo, allora: cosa serva "non dimenticare", se non si fa tesoro
delle lezioni che ci sono state impartite nei secoli?