AUTORE: Baricco Alessandro
TITOLO: Novecento un monologo
EDITORE: Universale Economica Feltrinelli
ALUNNO: Pinto Paolo
CLASSE: 3
SEZIONE: C
SCUOLA: Istituto Comprensivo “Giuseppe Dozza” (scuola media)
Tel: 051/568484 fax: 051/568585
COMUNE: Bologna
30/03/2000
“Non sei fregato veramente finché hai da
parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.”
L’autore l’ha una buona storia da
raccontare, breve, semplice, incredibile e, come dice lui, creata per un film:
La leggenda del pianista sull’Oceano.
Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il
più grande pianista mai esistito. Mai nato ufficialmente, frutto di una coppia
di emigranti, abbandonato, allevato da un marinaio, orfano due volte e morto
con la sua nave, il Virginian, da cui non scese mai.
La sua musica è pazzesca, come il testo di
Alessandro Baricco… sembra che la penna dello scrittore scriva in quel momento,
mentre leggi, ed essa segue il movimento delle onde e credi di navigarci sopra
veramente, e te lo vedi lì, l’OCEANO.
Il linguaggio usato dall’autore è quello
di un uomo americano cui la vita sembra avere voltato le spalle, che sapeva
suonare il jazz e che si è venduto pure la tromba. E’ il migliore amico di
Novecento, Tim Tooney, l’uomo che racconta questa storia pazzesca; il libro è
infatti il suo monologo.
La punteggiatura è strana, nuova,
strampalata per un occhio distratto; ma ogni volta quei segni ti portano oltre
il piano delle tue immaginazioni, riescono a trasportarti avanti, ad attrarti;
anche se sai che hai qualcosa di urgente da fare, lui e la sua punteggiatura,
come onde calme ma continue, ti trasportano e tu continui a leggere fino a che
non arrivi alla fine. La lettura è come una tempesta, ti spintona, ti fa cadere
e non ti lascia stare; tutto d’un fiato leggi e barcolli, e continui e non ti
fermi più finché ti accorgi, con aria stupita e ancora incredula, che la
tempesta è finita.
“…quel pianoforte incominciò a scivolare,
sul legno della sala da ballo, e noi dietro di lui, con Novecento che suonava….
e il piano seguiva le onde e andava e tornava, e si girava su se stesso,
….dico, sembrava che il mare lo cullasse, e cullasse noi…. non suonava
semplicemente, lui lo guidava, quel pianoforte, capito?, coi tasti, con le
note, non so, lui lo guidava dove voleva…”
Il Virginian era un piroscafo che negli
anni tra le due guerre faceva avanti e indietro tra due continenti:
Europa-America, America-Europa. Sempre così. Su quella nave salì anche quello
che si definiva l’inventore del jazz: per sfidare Novecento.
Prendete fiato e poi tuffatevi,
immaginatevi la musica descritta, pazza, incredibile, meravigliosa, perché solo
sull’oceano potrete sentire quella roba; e se non vi potete permettere il lusso
di una crociera sull’Oceano……allora vi consiglio di leggere questo libro:
“Novecento” di Alessandro Baricco (splendida la versione cinematografica di
Giuseppe Tornatore).
Paolo
Pinto
AUTORE: Baricco Alessandro
TITOLO:
Novecento un monologo
EDITORE:
Universale Economica Feltrinelli
ALUNNA: De
Gioia Esther Rita
CLASSE: 3^
SEZIONE: C
SCUOLA:
Istituto Statale Comprensivo di Scuola Elementare e Media” Giuseppe Dozza”
tel.051/568484 fax.051/568585
COMUNE:
Bologna
E-MAIL:
IC_DOZZA @ IPERBOLE.BOLOGNA.IT
DATA:
30/03/00
Questo non è
un vero e proprio racconto dove si narra una vicenda in tutti i suoi
particolari, ma è un testo teatrale con una storia insolita a cui si è ispirato
Tornatore per il suo film "La leggenda del pianista sull'oceano".
Baricco
racconta la vita di un bambino, Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento, nato su
un piroscafo. Non scese mai da quella nave, ma riuscì a comporre melodie, da
lui suonate al pianoforte, che lasciavano a bocca aperta chiunque potesse
ascoltarlo durante un viaggio per l'America. Grande amico di Novecento divenne
un trombettista al quale raccontò la sua storia, ma quando la nave arrugginita
saltò in aria piena di dinamite la vita del famoso pianista finì con lei; e non
essendo presente il nome "Novecento" in nessun documento, la sua
esistenza restò sconosciuta.
Questo
racconto mi ha fatto riflettere su quanto il protagonista sia così uguale a
noi, ma anche così diverso.
Ognuno si
sarà sentito almeno una volta inutile o inesistente per gli altri, ma non avere
niente che provi la propria esistenza può indurti a decidere che anche se non
ci sarai più, pochi piangeranno per una persona "mai nata".
(Vivere la
propria esistenza su una nave...mi trovo a pensare…: Fortunatamente non
soffriva il mal di mare!!!)
Ma quello che
mi ha colpito è stato che Novecento riusciva a raccontare con molta facilità
forti sensazioni provate in precisi istanti, in particolari luoghi senza mai
averli visitati;
un'altra
stranezza è che riusciva a comprendere una persona solo guardandola.
Ritengo che ogni libro possa regalare un
insegnamento, una morale, o soltanto una frase:
"Puoi aver venduto tutto, ma non sei
mai finito se hai una buona storia da raccontare".
Esther
Rita De Gioia