Autore: Elizabeth Laird
Titolo: Un fratello da nascondere
Editore: E. Elle
Alunno: Maddalena Pieri
Classe: 2
Sezione: D
Scuola: Scuola Media Statale F.lli Pizzigotti
Comune: Castel San Pietro Terme BO
E-mail:
pizzigot@kidslink.bo.cnr.itData: 26/03/2000
E’ il libro della biblioteca scolastica che più mi ha colpito. La protagonista è una ragazza della mia età, alla quale nasce un fratello handicappato, un macrocefalo. Essa prova vergogna e non vuole farsi vedere insieme a lui dai suoi compagni di scuola. Anche i suoi genitori si chiudono intorno a questo bambino, trascurando se stessi e le loro relazioni. La ragazza però, che prima della nascita del bimbo non aveva tanti amici, in seguito, incredibilmente, diventa il centro dell’attenzione di tutta la classe. Tutti si interessano a lei e al suo fratellino: vanno a casa sua a trovare il bimbo, giocano con lui, dandogli momenti di gioia e di allegria. Il bimbo, grazie a loro, fa progressi: incomincia a dire qualche parola, riconosce le persone e le saluta, impara a baciarle, anche per merito di sua sorella. Il fratellino dà quindi la possibilità alla ragazza di migliorare i suoi rapporti con gli amici, che dimostrano ad entrambi solidarietà e affetto. Questa storia, che incomincia in modo drammatico, mi è piaciuta per i tanti significati anche se si conclude in maniera drammatica. Innanzitutto è importante non vergognarsi delle persone diverse da noi, ma bisogna invece aiutarle, come hanno fatto i compagni di classe. L’incoraggiamento degli amici è servito quindi alla ragazza ad accettare il bimbo. Lui, a sua volta, sentendosi accolto e benvoluto, ha dimostrato alla sorella affetto e fiducia. Il fratellino diverso, che sembrava un ostacolo, diventa una risorsa per la ragazza. Anche nella vita è vero questo: le persone in difficoltà possono diventare una ricchezza, se si impara a rapportarsi e a vivere con coraggio insieme a loro. Io mi sono immedesimata nella protagonista, perché nella vita ho quotidianamente rapporti con un fratello che ha difficoltà e di cui a volte mi vergogno!Anche se non è sempre facile avere atteggiamenti di solidarietà e di accoglienza con chi è più sfortunato, credo che sia importante provarci!