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fahrenheit





                                     Progetto FAHRENHEIT 451

AUTORE: Caryl Chessman
TITOLO: La legge mi vuole morto
EDITORE: Rizzoli
ALUNNA: Buonanno Flora
CLASSE: 3 
SEZIONE: F
SCUOLA:"Pergolesi 1"- 0818042708
COMUNE: Arco Felice-Pozzuoli(NA)
DATA: 20/3/2000
                                                       RECENSIONE

Questa è la vera, tragica storia di Caryl Chessman, detenuto nel 
bracciodella morte.
Trentenne, chiudeva con questa condanna una lunga serie di atti contro 
la legge.
A sedici anni ere già un sospettato, poi fu reclutato dalla malavita e 
gli furono 
attribuiti una gran quantità di delitti, inflitte condanne anche quando 
non ne era
colpevole: rapine, furto con saccheggio o con destrezza, spaccio di 
banconote
false, tentati omicidi, c’era di tutto sulla sua fedina penale.
A ventisei anni, con due condanne al suo attivo, lascia il carcere di 
Folsom.
Era pronto per entrare nel grande giro delle bande che controllavano il 
gioco
d’azzardo nella regione; così, in uno scontro tra rivali per la 
supremazia sul
territorio, si trovò dietro la polizia.
L’inseguimento per le strade, gli scambi di revolverate, terrorizzarono 
i cittadini
e lui fu soprannominato ‘il bandito dei semafori’.
Arrestato, fu poi condannato alla pena di morte e:“A comincire dalla 
mattina  del sabato tre luglio 1948, nell’affittanza della cella n.2455 
subentrò Chessman”.
Questo libro è stato pubblicato nel lontano 1960 ma, ancora oggi quello 
della pena di morte è un problema irrisolto in molte parti del mondo, 
anche in quelle cosidette 'avanzate'.Leggendo le pagine di questo libro 
mi sono resa conto di quanto possa essere tragica la situazione di un 
uomo che sta nel braccio della morte, in attesa del giorno 
dell'esecuzione.Qualunque uomo, durante la sua vita, non può non essere 
mai sfiorato dal pensiero della morte, dall'angoscia di perdere la 
proria vita o le persone a cui si vuol bene, ma non sa quando e come 
ciò avverrà e vive, giorno per giorno.
Posso solo immaginare quanto debba essere tragico,invece, conoscere il 
giorno, l'ora, il modo in cui tutto finirà.
Ai condannati, colpevoli o peggio innocenti, non è concesso neanche 
distrarsi dal pensiero della morte; chiusi in una cella, senza speranze 
se non quella di ritardare, con ogni mezzo legale, l'esecuzione.
Non credo sia giusto che un uomo possa condannare un altro uomo, anche 
se ha commesso gravi delitti, perché nessuno di noi, esseri mortali, è 
al pari di Dio. 
                                                                        
      Flora Buonanno