Autore: Joseph Joffo
Titolo: "Un sacchetto di biglie"
Casa editrice: Sansoni per la scuola
Alunno: Andrea Stagni
Classe: II
Sezione: H
Scuole: Guinizelli - Carracci
Comune: Bologna
La storia, ambientata nella Francia degli anni quaranta, è un’ autobiografia dell’autore. Due fratelli ebrei sono costretti a fuggire nel momento in cui i Tedeschi occupano Parigi,
città dove vivevano con la famiglia. Da soli, i due intraprendono un lungo viaggio per arrivare nella Francia collaborazionista di Pétain; con la speranza di raggiungere i fratelli maggiori stanziati da poco nella Costa Azzurra. La strada è lunga e irta di pericoli ma, dopo tante fatiche, i due ragazzi raggiungono il paese provenzale dove alloggiano i fratelli.
Per tutta la durata della guerra, i due protagonisti svolgono commissioni e lavoretti per guadagnare qualche franco, ed aiutando così i fratelli.
Con la caduta del nazismo, la famiglia Joffo si riunisce tutta. All’ appello manca però il padre dell’autore, deceduto in uno dei tanti campi di concentramento che solo la cattiveria umana poté creare. Un’ assurda idea di un pazzo esaltato, dilagata nell’animo dei Tedeschi provati dagli stenti e dalla crisi economica, causò lo sterminio di sei milioni di persone che avevano commesso il reato di essere ebrei. L’ ambizione di un ex imbianchino ha portato ad una catastrofica guerra, ad una onnipresente crisi economica in tutta Europa e allo sfacelo della Germania, ma anche dell’Italia, del Giappone, della Francia e dell’Inghilterra.
Tutto questo è accaduto per puro interesse; interesse a mettere le mani sugli ingenti patrimoni degli ebrei tedeschi, interesse ad invadere l’Europa, interesse a proclamare la supremazia ariana, escludendo quindi negri, zingari, omosessuali e tutti coloro di idee diverse di quelle del Fuhrer.
Nonostante questo, la II Guerra Mondiale ha portato a due cose giuste: la Dichiarazione Dei Diritti Dell’Uomo e la creazione dello stato d’Israele, nel quale gli ebrei hanno finalmente ritrovato una patria.
Comunque il libro mi è piaciuto molto perché rende bene l’idea di come potesse essere la vita durante la Seconda Guerra Mondiale e perché la storia è avvincente e facile da leggere.