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recensione



Autore: ORIANA FALLACI
Titolo: LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO
Editore: BUR
Alunna: SALOME SARA
Classe:3^
Sezione: B
Scuola: SCUOLA MEDIA STATALE MARIA BRIGIDA, tel. 0875/84693
Comune: TERMOLI, provincia di Campobasso
Data: 21/01/2000
RECENSIONE
Per chi si pone il problema dell'aborto. Un libro che narra di una donna
senza nome che racconta al suo bambino le brutalita' della vita, le speranze
di una madre che porta avanti una gravidanza difficile e ostacolata da amici
e parenti, giudici della scelta di una mamma sola: il datore di lavoro, il
dottore maschilista, il ragazzo confuso, che pretendono di poter capire; i
genitori, l'amica e la dottoressa new-age che la sostengono in ogni sua
scelta. Un libro che parla di una gestazione piena di attesa, ma
interminabile; gioiosa, ma difficile. La scelta di una donna, di tutte le
donne che portano nel grembo un'altra vita, un bimbo o solo un feto,
qualcosa di reale e di grande importanza o solo un piccolo embrione
sviluppato senza alcun diritto. E' un libro ambientato in una citta' che e'
tutte le citta', in un mondo che e' tutti i mondi. Parla dei dilemmi
dell'esistenza: della speranza, dell'amore verso un figlio, e di quello
verso un uomo, del pessimismo. Per tutte le donne che non sanno se donare o
negare la vita e per quegli uomini che credono di poter capire. Dolci
illusioni e realta' sotto forma di lettere e fiabe ricche di tutto
quell'amore e quella premura di una madre. Un libro che mi ha dato molto da
riflettere, che mi ha invogliato a cercare la risposta a domande che non mi
ero mai poste. Sulla vita,  che nasce piana e senza ostacoli, di cui noi
siamo gli unici responsabili, che per alcuni potrebbe essere solo un inganno
o una pena inflitta al genere umano , ma che io definisco un diritto o una
possibilita' che qualcuno ci ha donato, che e' come un treno che ha lo
stesso numero di vagoni pieni di bene e di male e di ingiustizia. E sulla
morte, che alcuni definiscono l'unica pace, l'unica salvezza, come Foscolo o
Leopardi, ma che io vedo come una stazione dove per ogni treno in arrivo ce
ne e' uno in partenza; che non e' altro che un traguardo dove ognuno e'
vincitore e dove, una volta arrivati, potremo guardare indietro senza
rimpianti e con soddisfazione perche' consapevoli di aver superato il
sentiero piu' difficile: la vita. "Cerchiamo di vivere in modo tale che, al
momento della nostra morte, anche il becchino possa piangere" come scrisse
Mark Twain nel libro "Wilson lo Zuccone". Mi ha dato da riflettere
sull'amore, su quello vero, basato sulla fedelta'. Mi ha sfiduciato nei
confronti dell'uomo, ma ha rafforzato le mie gioie sull'essere donna e
provare qualcosa di unico. portare avanti una gravidanza, portare nel grembo
un'altra vita, sentirsi in due in uno stesso corpo, provare qualcosa che e'
gioie e dolori, ma che e' sempre meglio che nulla. Mi ha fatto riflettere
anche sulla chiesa, sul suo credo in un "Dio che e' sempre raffigurato come
un vecchio dalla barba lunga e non una vecchia dai capelli grigi". Un libro
che mi ha aiutata a maturare, a sperare e sognare nei limiti, a vivere senza
abbattermi e proseguendo sempre con la testa alta. Con uno stile unico,
elegante, inimitabile, semplice e profondo, dalla parte di chi sceglie di
portare avanti come di non portare la gravidanza. Per chi ha voglia di
commuoversi e sentirsi partecipe della vicenda, tra i libri piu' venduti di
Oriana Fallaci: "Lettera a un bambino mai nato".