Io speriamo che me la cavo

progetto lettura (lettura)
Sat, 11 May 96 14:16 GMT+0100


AUTORE: D'Orta Marcello
TITOLO: Io speriamo che me la cavo
EDITORE: Arnoldo Mondadori
ALUNNO/A: Zeus Andrea Antonello
CLASSE: 2
SEZIONE: A
SCUOLA: Media Garibaldi
COMUNE: Malalbergo
DATA: 16/03/96
RECENSIONE
Ho deciso di leggere questo libro perche' mi interessa sapere cosa
pensavano i bambini napoletani (che brutta frase!), attraverso i loro
buffi temi.
Uno dei quali, che mi ha colpito maggiormente, parlava di Ulisse,
raccontato da un ragazzino che l'aveva visto al cinema, e
probabilmente aveva capito abbastanza la trama, ma alcuni
particolari sono sfuggiti al giovane scrittore: queste dimenticanza le
ha corrette a modo suo, con particolari assai strani come, mantenendo
l'esempio di Ulisse, il pavimento sporco di sangue che dopo viene
pulito con una specie di varechina. Un altro esempio: nella grotta di
Polifemo c'era un pettine gigante... un asciuga capelli gigante...
suppongo voi sappiate che al tempo non esisteva l'eletricita', e che, in
teoria, avrebbe dovuto alimentare l'elettrodomestico di troppo! In
questo caso la fantasia, nel momento in cui lo scaldasedia (scherzo!)
scriveva, ha preso il sopravvento.
Questo libro mi ha appassionato molto: non potevo finire di leggere
un tema che gia' ridevo pensando a come si sarebbe concluso, e
appena lo finivo ne cominciavo un altro, assetato di conoscere lo
svolgimento del prossimo, e del prossimo ancora. Pero' non tutti i
"manoscritti" trattavano di argomenti allegri ma, inconsciamente,
questi bambini sono stati capaci di renderli divertenti, mascherando
la loro penosa condizione. Ora torniamo alle mie considerazioni:
secondo me un libro si legge una, due, tre, anche quattro volte, se non
di piu', nella propria vita. Pero' ogni volta cogli insegnamenti diversi:
sicuramente, ora, di questo libro ne ho capito l'umoristica, ma,
successivamente, rileggendone alcune parti, sono emerse anche le
condizioni di vita di questi ragazzini.