Il ritratto di Dorian Gray
progetto lettura (lettura)
Sat, 11 May 96 14:11 GMT+0100
AUTORE: Wilde Oscar
TITOLO: Il ritratto di Dorian Gray
EDITORE: Bompiani
ALUNNO/A: Distretti Emilio
CLASSE: 3
SEZIONE: B
SCUOLA: Media Guido Guinizelli
COMUNE: Bologna
DATA: 22/03/96
RECENSIONE
"Il Ritratto di Dorian Gray" e' uno degli esempi del decadentismo
estetizzante inglese. La vicenda del bellissimo Dorian, che ottiene di
rimanere giovane e intatto nonostante le dissolutezze e i vizi a cui si
abbandona, mentre il suo ritratto invecchiera', costituisce la ricerca di
sensazioni intense e rare e la negazione di ogni credo o sentimento
che limiti la facolta' di godere. Idee che spiegano di "vivere la vita
come un'opera d'arte".
Nel corso della lettura ho assunto una posizione precisa e definitiva,
quella di spettatore, di pubblico e di "consumatore" della storia:
astratta e inverosimile, che appartiene, in fondo, ad ogni uomo. Mi
sono trovato spesso dentro alla storia per quanto riguarda le
emozioni, le trepidazioni che sa far scaturire nelle impeccabili
descrizioni di scandali e di orrori. Per guardare se stessi in terza
persona bisogna portare una maschera, una maschera diversa dalla
propria natura imperfetta, e in quanto prodotto del proprio intelletto,
l'unica vera identita' di un uomo. La maschera rende la vita piu'
ampia, piu' ricca, piu' piena.
"La naturalezza e' una posa; e' la piu' irritante che io conosca" dice
Lord Henry all'inizio del libro. Piu' tardi osserva: "Il teatro mi piace.
E' tanto piu' vero della vita".
E' una lode all'ipocrisia che Wilde mette sulla bocca di Lord Henry,
l'interlocutore cinico e meschino, simbolo come il dottor Jekyll del
bigotto moralismo vittoriano.
Leggendo quest'opera e' facile cadere preda di un avvelenamento,
come e' capitato dopotutto a Dorian Gray, avvelenato da un libro. Nel
nostro caso anche accattivante e affascinante: il veleno della
letteratura.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, magari alle persone in
eta' matura che pensano che l'invecchiare sia come "un peccato
mortale", come credeva il nostro protagonista; rallegratevi, perche',
state pur certi, che dopo aver "consumato" questo romanzo non sara'
"l'esser vecchi la cosa piu' triste, ma il rimaner giovani".