Diario di Zlata

progetto lettura (lettura)
Sat, 21 Oct 95 18:33 MET

AUTORE: Filipovic Zlata
TITOLO: Diario di Zlata
EDITORE: Rizzoli
RECENSIONE PREMIATA: No
ALUNNO/A: Festa Giuseppe
CLASSE: 3
SEZIONE: D
SCUOLA: Via Premuda
LIVELLO: Media
COMUNE: Novara
DATA: 12/12/95
RECENSIONE
Zlata e' una ragazzina di 11 anni, figlia unica di genitori musulmani;
molto intelligente e creativa con un carattere forte, ma dolce e
semplice. Riesce a sopportare le atrocita' che la guerra ogni giorno le
propone. Anzi vuole fare di piu', non assistere semplicemente e pensa
di pubblicare il suo diario in cui descrive le giornate trascorse in
cantina, la morte di amici, la partenza di parenti e le numerose vittime
che ogni giorno i cecchini uccidono per le strade affinche' tutti possano
esserne a conoscenza senza rimanere indifferenti. Zlata prima della
guerra sognava di diventare una giornalista in una rivista femminile,
ma oggi la sua aspirazione e' quella di scrivere per un giornale "serio" a
difesa dei piu' deboli, spesso i piu' colpiti: in guerra, purtroppo, sono
sempre i piu' piccoli a pagarne le conseguenze. I genitori di Zlata
vogliono, per il bene della famiglia, lasciare Sarajevo, ma per Zlata
abbandonare la propria gente, i propri amici, il proprio paese e' come
perdere una parte di se stessa. La guerra cambia completamente non
solo il loro aspetto, ma anche il carattere: ogni minuto si vive nella
paura e nell'angoscia che una granata si abbatta sulla casa o che scoppi
un incendio nel cortile circostante; neanche da notte si puo' riposare
tranquillamente, ma bisogna, per proteggersi, rifugiarsi in cantina. Non
si puo' neanche uscire di casa per recarsi al lavoro a causa dei proiettili
vaganti. Zlata ha 11 anni, quando a Sarajevo, suo paese natale, scoppia
la guerra. Nel suo diario a cui, in seguito, ispirandosi a quello di Anna
Frank da' il nome di "Mimmy" narra la routine quotidiana prima e
durante la guerra, sottolineandone le numerose differenze. A giornate
buie, vissute nel terrore, si alternano, anche, momenti di felicita' in cui
la ragazza descrive i suoi idoli, i desideri, le lezioni di pianoforte, la
scuola e le amiche. Tutto ha inizio il 19 ottobre 1991, quando il padre
di Zlata viene richiamato dall'unita' di riserva della polizia: ogni due
giorni deve presentarsi per dieci ore di guardia. La ragazza non da', al
momento, nessuna importanza a cio'. Il 23 ottobre alla televisione
trasmettono immagini terribili: bombardamenti ed incendi; a
Dubrovnik e' in corso una vera e propria guerra. Dopo la Croazia e la
Slovenia i venti di guerra soffiano sulla Bosnia; anche a Sarajevo
esplodono le prime granate, si verificano i primi incendi e non
mancano le raffiche dei cecchini. La guerra porta numerosi disagi, non
solo nella vita degli adulti, ma anche dei piu' piccoli, che vedono partire
o purtroppo morire le persone piu' care, se non addirittura sono
proprio loro ad essere colpiti per strada dai cecchini. La benzina
diventa un problema, l'acqua e' razionata, bisogna procurarsela e
portarsela a casa con mezzi di fortuna, sfidando la morte; aumentano
enormemente i prezzi di uova, frutti e ortaggi e solo i piu' ricchi
possono permetterseli; mancano l'elettricita' ed il metano; i telefoni
non funzionano; si puo' andare a scuola solo quando non c'e' il
coprifuoco. L'arrivo dei Caschi Blu e gli aiuti umanitari dell'O.N.U.
hanno contribuito a risollevare gli animi, anche se la popolazione,
ormai distrutta dalla guerra, dopo aver perso tutto quello che
possedeva e che amava a causa di incendi o granate, preferisce partire
con convogli organizzati dalle Nazioni Unite, in cerca di una vita
migliore, altrove. Il 19 ottobre Zlata consegna il suo diario ad una
giornalista francese che lo porta a Parigi, dove viene pubblicato e
tradotto in ben dieci lingue. La ragazza diventa portavoce delle
sofferenze di Sarajevo e spera che la gente non legga il suo libro
passivamente, ma rifletta perche' tutti si sentano un po' responsabili e
quanto accaduto non possa mai piu' ripetersi. Questo l'episodio che mi
ha colpito di piu': il 20 giugno 1992. Zlata era in casa da sola e stava
apparecchiando, mentre i suoi genitori si trovavano in cortile per
preparare il pranzo con il barbecue. All'improvviso le finestre si
frantumarono e la casa tremo': una granata aveva colpito la scuola
poco distante. Zlata era terrorizzata, piangeva, tremava, non riusciva a
parlare, pensava che le pareti sarebbero crollate e che non ne sarebbe
uscita viva! Corse immediatamente giu' per le scale ed arrivo' in cortile,
dove trovo' i genitori senza respiro, pallidi e sudati: dopo un abbraccio
liberatorio si rifugiarono in cantina, poiche' di solito le granate
arrivavano una dietro l'altra. Tutto si concluse nel modo migliore, ma
questo episodio era solo l'inizio di un lungo periodo vissuto nella paura
e nell'angoscia che la guerra porta nella vita di chi la subisce