Il segno dei quattro
progetto lettura (lettura)
Sat, 21 Oct 95 18:33 MET
AUTORE: Conan Doyle Arthur
TITOLO: Il segno dei quattro
EDITORE: Arnoldo Mondadori
RECENSIONE PREMIATA: No
ALUNNO/A: Bergonzoni Francesco
CLASSE: 2
SEZIONE: B
SCUOLA: G. B. Morandi
LIVELLO: Media
COMUNE: Novara
DATA: 07/04/95
RECENSIONE
Scherlock Holmes e il suo assistente Watson devono ritrovare un
tesoro e chi l'ha rubato per la signorina Mortsan.
Jonathan Small e il piccolo indigeno Tonga (che ha anche ucciso chi
aveva il tesoro) sono gli autori del furto, il primo viene incarcerato il
secondo muore in un inseguimento mozzafiato. Nel finale Watson si
dichiara alla signorina Mortsan e Holmes discorre con Watson con
rammarico perche' il tesoro e' stato disperso ma con contentezza per
aver compiuto a pieno il suo esercizio mentale. Il libro esprime bene
tutti i caratteri del vero giallo: appassionante, emozionante, con molta
suspence. Holmes appare nei primissimi capitoli fin troppo sicuro di se
stesso e del suo metodo logico. Ma in fondo ha anche ragione perche'
il suo metodo e' come la matematica non si puo' cambiare se 2+2 fa 4
nessuno puo' dire che fa 5 perche' non e' giusto, cosi' per il suo
metodo. Holmes in fondo ha fatto una scelta di vita, di dedicarsi alla
scienza senza nessun tipo di distrazione o di farsi accompagnare per
tutta la vita da una moglie.
Per lui tutto questo caso e' stato solo un esercizio nient'altro.
Inoltre per continuare a praticare il suo metodo in serenita' e
soprattutto in tranquillita' alla fine del caso non cerchera' la gloria che
lascera' a un personaggio secondario come il capo della polizia Jones.
Watson e' invece un medico che accompagna Holmes in tutte le sue
avventure e cerca di apprendere il metodo logicodeduttivo del suo
amico e compagno di avventure. Watson ha un animo piu' umano,
trova l'amore e la donna ideale nella signorina Mortsan e si tormenta
perche' ha paura che dichiarandosi alla signorina che col tesoro
sarebbe diventata molto ricca, sarebbe passato per un cacciatore di
dote senza sentimenti. Pero' sara' fortunato perche' non trovando il
tesoro egli si potra' dichiarare senza difficolta' e scoprira' poi che il suo
amore e' corrisposto. Questo rapporto affettuoso tra i due e' l'unico
velo "rosa" nella vicenda. C'e' anche da dire che Doyle quanto racconta
il romanzo si identifica in Watson e quindi con l'immaginazione si
trasferisce nel racconto. Jonathan Small, ovvero chi verra' imprigionato
alla fine di questo caso, ne e' diventato partecipe per una contorta e
lunga cospirazione tra lui e alcuni indigeni per il famoso tesoro di Agra
che nessuno piu' avra'.
Nel suo racconto Small e' un po' una vittima, ma in fondo un po' e'
anche colpa sua (ma solo in alcuni casi) perche' si e' fatto amici
persone non molto perbene. Tonga e' un piccolo indigeno conosciuto
da Small e' curato da Small prima della sua fuga in Inghilterra. E' lui
che uccide chi aveva il tesoro con una freccia avvelenata. Tonga pero',
purtroppo, ha perso la vita nell'inseguimento da parte della polizia alla
veloce imbarcazione di Small, da parte di Watson e
Holmes che con la pistola lo hanno colpito prima che l'indigeno
sferrasse una delle sue fatali frecce.
L'unica figura femminile che da' un'impronta al testo e' la signorina
Mortsan che da' inizio al caso e che poi rispondera' affermativamente
alla richiesta di matrimonio di Watson. E' di animo gentile e sensibile e
anche carina, lavora a casa della signora Forrester. E' sfortunata e
fortunata, perde il tesoro ma trova il compagno. Il libro la trascura un
po' anche perche' le figure maschili dei due protagonisti, a causa delle
loro avventure, hanno bisogno di "molte pagine".
Come commento generale c'e' da dire che e' un libro che ha un finale
senza nessuna emozione anche perche' se no non avrebbe piu' potuto
essere chiamato giallo, ma rosa o avventura. Un finale quindi non
emozionante ma giusto e conforme al genere