Dakota delle bianche dimore

progetto lettura (lettura)
Sat, 21 Oct 95 18:30 MET

AUTORE: Ridley Philip
TITOLO: Dakota delle bianche dimore
EDITORE: Salani
RECENSIONE PREMIATA: Si’
ALUNNO/A: Panzacchi Riccardo
CLASSE: 2
SEZIONE: B
SCUOLA: Leonardo da Vinci
LIVELLO: Media
COMUNE: Bologna
DATA: 22/04/95
RECENSIONE
Dakota, una ragazzina che ha per padre uno spazzino, scrittore senza
talento, e per madre una donna con manie di persecuzione, e' sempre
alla ricerca di nuove avventure con la sua compagna Melassa.
Abitano nelle bianche dimore: sono case popolari, quattro blocchi di
una decina di appartamenti, se cosi' si possono chiamare, ormai
ingialliti dal tempo, con grandi crepe in molti punti, che si affacciano
su un cortile. Da questo simbolo di poverta' tutti cercano di scappare,
chi col corpo chi con la fantasia, tranne le due ragazze che le
considerano quasi magiche, misteriose. Le due ragazze sono una
diversa dall'altra. Dakota e' coraggiosissima, intrapendente e con mille
curiosita' da soddisfare.
Nelassa invece se ne starebbe tranquillamente a casa, ma e' talmente
timorosa che segue l'altra per due ragioni: perche' teme di offenderla o
contrariarla, e per l'amicizia che le lega. Il libro ci vuole insegnare che
due persone possono essere amiche nonostante le loro differenze.
E' un giallo intricato, ma facilmente risolvibile da una mente allenata
che abbia un minimo di fantasia. L'autore fa ridere, ma allo stesso
tempo emozionare e spaventare il lettore, ed e' riuscito a mettere in
evidenza alcuni aspetti della vita molto importanti come, ad esempio,
la buona volonta', che caratterizza quasi tutti i personaggi.
Questi, senza mai scoraggiarsi, cercano una soluzione a ogni domanda,
lasciandone anche una irrisolta a cui dovrete dare voi la risposta. Il
libro e' caratterizzato da due temi principali: quello del raggiungimento
degli ideali da parte di chiunque, anche di un "poveraccio", e quello
della solitudine che ogni personaggio ha in diverse quantita', ma che
non vorrebbe avere. C'e' chi e' considerato un povero pazzo, chi un
sognatore o uno stupido, chi una persona "diversa", ma nessuno pensa
che, se sono cosi', e' solo colpa di coloro che li hanno abbandonati.
Spero di essere riuscito a convincere qualcuno a questa lettura, e
consiglio a chi l'abbia gia' letto e lasciato a meta', di cominciarlo con
occhi diversi